Dal non profit nasce la campagna Impresa2030
Ha preso il via il 21 ottobre, Impresa2030, Diamoci una regolata, la campagna nazionale per una direttiva europea che imponga alle imprese di tutelare i diritti umani e dell’ambiente, prevenendo qualsiasi abuso collegato direttamente alle proprie attività economiche o a quelle dei propri fornitori (Direttiva sulla dovuta diligenza – Due Diligence).
Impresa2030, Diamoci una regolata è promossa da un network di organizzazioni già impegnate nella difesa dei diritti umani nella propria azione quotidiana: ActionAid Italia, Equo Garantito, Fair, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Human Rights International Corner (HRIC), Mani Tese, Oxfam Italia, Save the Children e WeWorld.
Le imprese multinazionali si trovano oggi ad operare in tutto il mondo in un contesto di sostanziale impunità – dichiara Giosuè De Salvo (Mani Tese), portavoce della campagna – Molte di loro sono coinvolte in devastazioni ambientali, violazioni sistematiche dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, espulsioni di popoli indigeni e sfruttamento del lavoro minorile.
Dopo anni di denunce da parte di associazioni, Ong, accademici e sindacati, la Commissione Europea presenterà nelle prossime settimane una proposta di direttiva comunitaria per rendere le imprese legalmente responsabili del loro impatto sulle persone e sul pianeta e per garantire accesso alla giustizia da parte delle vittime di abusi.
Le associazioni e le Ong firmatarie di questo appello, insieme ai cittadini e alle cittadine che lo sostengono, chiedono ai rappresentanti istituzionali del popolo italiano ed europeo di resistere alle lobby conservatrici e di farsi paladini di una nuova cultura di impresa, di una nuova economia e di una nuova finanza, in linea con l’Agenda 2030 e gli Accordi di Parigi sul clima.
Questa è la dichiarazione rilasciata da Gaga Pignatelli per Equo Garantito (Assemblea Generale Italiana del Commercio Equo e Solidale – l’associazione di categoria delle organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane):
“La normativa sulla dovuta diligenza è un incoraggiante passo avanti ma è altresì fondamentale, in questo percorso, garantire il coinvolgimento e l’inclusione del punto di vista dei gruppi più vulnerabli e dei piccoli produttori (contadini e artigiani), specialmente nel Sud del Mondo, affinché possano contare su un reddito e un salario dignitosi. In altre parole, per il movimento del Commercio Equo e Solidale la dovuta diligenza non deve ridursi ad “una casella da spuntare” ma deve diventare un meccanismo reale che permetta il rispetto dei diritti umani e dell’ambiente, incoraggiando pratiche aziendali giuste, sostenibili e tracciabili lungo tutta la catena di fornitura”.
Diamoci una regolata! Firma la campagna e fai parte del cambiamento cliccando su questo link: Impresa2030