Conoscere il sistema scolastico rumeno, gli insegnanti e gli studenti di Cluj Napoca, ed elaborare idee e concrete attività per costruire una cittadinanza attiva globale. Questi gli obiettivi del viaggio che due operatori del Villaggio Globale hanno fatto a fine marzo insieme ad Educaid e altre associazioni riminesi, accompagnando 10 insegnanti italiani, nell’ambito del progetto PLAY!. Tra di loro Daniele Morelli, insegnante di diritto al Liceo Classico di Ravenna ed Italia Cerciello, maestra della scuola Iqbal Masih di Lido Adriano.
Ad inizio maggio gli insegnanti rumeni e l’associazione Patrir ricambieranno la visita e saranno ospiti del Villaggio Globale a Ravenna. Per questo, prima di proseguire a raccontarvi questa bella esperienza vi informiamo che nel caso siate interessati a conoscere la delegazione rumena c’è un’opportunità per voi!
Cerchiamo volontari che ci aiutino ad accompagnare la delegazione ad inizio maggio, per uno o due giorni. E’ preferibile la conoscenza della lingua inglese o di quella rumena. Se avete la macchina e/o la patente potrebbe essere utile per accompagnarli a Lido Adriano o alla Casa delle Culture. Chi è interessato contatti Andrea Caccìa per ulteriori informazioni: sociale@villaggioglobale.ra.it
E tempo di cittadinanza attiva globale:
Dopo che la cultura, l’economia e soprattutto le aziende si sono internazionalizzate, rompendo i vecchi limiti e i confini nazionali, anche noi cittadini siamo chiamati ad una dimensione globale se vogliamo far valere i nostri diritti; ottenere risultati concreti nelle nostre azioni a tutela dell’ambiente; promuovere la diffusione del benessere, il rispetto tra i popoli.
Il progetto Playing a leading role, finanziato dall’unione europea e tra gli altri enti locali anche dal Comune di Ravenna ha coinvolto circa 100 classi italiane e rumene su questi temi. A Ravenna Villaggio Globale ha coinvolto 20 classi per un totale di circa 500 ragazzi e 30 insegnanti.
Cosa abbiamo fatto in Romania?
Abbiamo visitato 6 scuole, entrando nelle classi per vedere le aule e i bambini e ragazzi; in tre occasioni abbiamo partecipato come osservatori ad attività di classe e ad attività sull’educazione alla mondialità dell’associazione patrir .
Sulla base dei racconti di insegnanti ed amici ci aspettavamo ragazzi molto disciplinati e insegnanti un tantino rigidi. Nelle scuole italiane infatti spesso i ragazzi più bravi sono quelli dell’Europa dell’Est, nel senso che vedono la scuola e l’istruzione come un mezzo fondamentale per “riuscire”.
Abbiamo invece trovato un clima molto più rilassato, ragazzi in classe attenti e partecipativi, ma col cellulare, la sigaretta fumata in giardino, la confusione nei corridoi, simpatia a volte e una certa indifferenza in altri casi.
Insomma, i ragazzi rumeni sono come quelli italiani?!
E cosa pensavate, in fondo in Romania si va con un aereo a 70 euro, da Forlì ci vuole un’ora e mezza, come andare a Catania o Palermo. Alcuni membri della delegazione si sono stupiti: è vicina! Sì, facciamo parte dello stesso mondo, e girando per strada le persone, soprattutto quelle giovani, sono vestite come qua, c’è MTV nei bar e nei pub.
Scorazzando da solo giorno e notte ho trovato in una zona molto centrale un bel parco con alcune piccole rampe in ferro per gli skaters e per le bmx, con un sacco di ragazzi a provare evoluzioni…! Questo mi piacerebbe a Ravenna! ho pensato, dove invece troppo spesso certe passioni giovanili non sono riconosciute e vengono ostacolate o messe ai margini, in periferia.
Cittadinanza attiva globale
Dopo aver visitato le scuole, assistito a lezioni (una anche in Italiano: a Cluj c’è un Liceo che ha un accordo con lo stato italiano e che ha una bravissima prof. rumena, Anka, e un professore romano inviato dall’Italia con un concorso statale!) e anche giocato con gli insegnanti rumeni per conoscerci meglio, l’incontro clou è stata una tavola rotonda in cui ci siamo confrontati sui temi della cittadinanza e in cui ci siamo chiesti che cosa possiamo fare insieme.
Inclusione scolastica delle minoranze e metodologie didattiche rivolte ai bambini disabili sono stati gli argomenti che hanno suscitato più interesse e dibattito.
A Cluj il 30% della popolazione è di origine magiara e parla ancora l’ungherese. In Italia a parte qualche eccezione non ci sono significative minoranze linguistiche, ma negli ultimi anni le scuole vedono crescere il numero di bambini immigrati che si inseriscono anche ad anno scolastico avanzato, con tutte le difficoltà che ciò comporta.
A proposito di inclusione scolastica, si è parlato molto delle difficoltà di conoscere, inserire e lavorare con i rom. Molte insegnanti rumene hanno confessato di non sapere come fare, e di essere percepite come “nemiche” da parte dei bambini rom. Anche alcuni insegnanti italiani hanno espresso le proprie difficoltà e perplessità. Molto significativo è stato l’incontro con una ragazza rom, una sorta di mediatrice culturale, che ci ha aiutato a capire un po’ di più questa popolazione.
Scuole speciali?
Poi si è discusso molto rispetto alle scuole “speciali” che sono fatte per i bambini ipovedenti e disabili mentali. In Romania questi alunni e studenti non sono inseriti nelle scuole come in Italia. Questo ha scosso molto gli insegnanti italiani, che hanno pensato ad una sorta di ghettizzazione.
A dirla tutta, le famiglie di bambini ipovedenti o disabili possono liberamente scegliere tra due opzioni: mandare i bambini in scuole specializzate per educarli, con personale appositamente formato. In questo caso lo Stato paga tutte le spese, compreso vitto e alloggio, visto che ce ne sono solo 7 nell’intero paese. Altrimenti, le famiglie possono mandare i bambini nelle scuole “normali”, e ricevono un sussidio. Per questo sono soprattutto le famiglie ricche o benestanti a mandare i figli nelle scuole “speciali”, mentre altre preferiscono avere il sussidio perché necessario a sostenere l’intera famiglia.
Le insegnanti e la direttrice della scuola speciale ci hanno fatto un’ottima impressione, hanno accolto le nostre perplessità e rilanciato la riflessione in maniera arricchente.
Intanto bisogna considerare che le scuole rumene “normali” non sono attrezzate a ricevere i bambini con disabilità, quindi il rischio “ghettizzazione” esiste anche nelle classi “normali”. Poi – e questo proprio non lo sapevamo!- a livello europeo solo Italia e Spagna hanno deciso di inserire i bambini con disabilità con gli altri. Tutte le altre non lo hanno mai fatto o sono tornate indietro. Quindi quel certo senso di superiorità che noi sentivamo di avere e quel giudizio scandalizzato che alcune insegnanti hanno avuto… possiamo ridimensionarlo!
Giudizi, pregiudizi, razzismi
Ragionando con alcuni insegnanti riflettevamo quanto noi Italiani ci sentiamo “superiori” a certe popolazioni, come quella rumena. E magari ci sentiamo altre volte in imbarazzo o “inferiori” ad altre, come i francesi, i tedeschi o gli inglesi. Che strano!
I rumeni hanno ben presente che in Italia ci sono state pesanti campagne di stampa nei confronti dei rumeni. Ad un certo punto si è scatenata la campagna sicurezza e a certi brutti reati è stata data un’enfasi inusuale, e comunque dissimile all’enfasi che si è data a reati identici commessi da italiani.
Alcuni ragazzi a scuola hanno fatto qualche smorfia quando hanno saputo che siamo italiani. Su un autobus un’operatrice di Rimini si è sentita dire “Vattene, bastardo!”.
E adesso?
Ad inizio Maggio una delegazione di insegnanti ed operatori rumeni verrà in visita a Ravenna e Rimini. Stiamo già preparando una simpatica accoglienza che potrebbe avvenire alla Fiera del Baratto e del Riuso il 1° Maggio. Inoltre accompagneremo la delegazione rumena a visitare il Liceo Classico durante una lezione del prof Morelli, la primaria Iqbal Masih, la Casa delle Culture con la quale da sempre il Villaggio collabora, la Bottega del Mondo (il commercio equosolidale in Romania è una novità), e possibilmente i nostri bellissimi monumenti! Quindi, rinnoviamo l’invito alla cittadinanza e agli amici del Villaggio Globale interessati a conoscere la delegazione rumena e a darci una mano ad accompagnarla negli spostamenti ravennati, a scrivere a Andrea Caccìa per ulteriori informazioni: sociale@villaggioglobale.ra.it.