Ottobre 2013 – Mercoledì 9 Ottobre abbiamo presentato e discusso con le 40 ostetriche dei Consultori Familiari dell’AUSL di Ravenna, Faenza e Lugo i dati emersi dalla consultazione sui corsi di preparazione al parto.
Tante sono state le “neo mamme” e i “neo babbi” che hanno partecipato agli incontri finalizzati a valutare i corsi e a proporre innovazioni o consigli per migliorare il servizio. Si tratta di 63 persone che hanno dedicato un po’ di tempo per incontrarsi e fare una discussione che abbiamo gestito noi operatori di Villaggio Globale in modalità World Café.
Cosa emerge da questi incontri?
Intanto, il giudizio complessivo è positivo: chi ha fatto i corsi di preparazione al parto, di massaggio per i neonati ecc è soddisfatto e lo ritiene un buon servizio.
In particolare i corsi e le ostetriche forniscono una buona informazione, risposte a tutte le domande e anche un supporto morale e psicologico che viene molto apprezzato. Anche le lezioni pratiche, come gli esercizi di respirazione, il rilassamento o quelli per rinforzare i muscoli del pavimento pelvico sono giudicati molto importanti.
C’è anche qualche critica…
… e ci mancherebbe! Ma il metodo che abbiamo utilizzato ha fatto lavorare tutti i partecipanti non tanto su critiche fini a sé stesse, ma sulla creazione di possibili soluzioni o suggerimenti.
Per esempio secondo i partecipanti un servizio pubblico così importante e valido dovrebbe essere più conosciuto e promuoversi meglio, con una comunicazione mirata che raggiunga tutti. Poche, per esempio, sono le donne immigrate che frequentano i corsi. In questo caso il suggerimento è quello di fare informazione in diverse lingue.
Vogliamo i babbi!
Una delle richieste più pressanti che sono state poste ai dirigenti dei Consultori è quella di permettere anche ai babbi di frequentare i corsi di preparazione al parto. Perché anche loro devono imparare, hanno voglia di sapere e di prendersi cura del neonato. Non siamo mica più nella società in cui l’uomo si occupava del lavoro e la donna della casa e della prole!
Questo è un tipico esempio di come i servizi sociali si debbano riprogrammare di tanto in tanto per essere al passo con i tempi e rispondere alle sempre nuove e molteplici domande sociali. Compito che non è affatto semplice. Il nostro lavoro permette l’emergere di alcune di queste domande di cambiamento dei servizi, ma poi i servizi stessi dovranno capire che cosa è possibile fare e cosa no. Accettare anche i padri nei corsi pre-parto significa che essi saranno più affollati, quindi ci sarebbe bisogno di spazi adatti: significa che i corsi dovrebbero essere fatti in orari post-lavorativi, cosa che comunque richiederà alle ostetriche orari di lavoro a cui non sono forse abituate… Oppure le aziende dovrebbero avere un atteggiamento più attento nel riconoscere ai padri i permessi dal lavoro. C’è infatti ancora una mentalità un po’ rigida e poco rispettosa da parte di tanti datori di lavoro. Insomma, una serie di cose da affrontare.
E di mezzo c’è la crisi…
C’è chi dice che in questa epoca di crisi economica innovare è più difficile. Nei i servizi sociali in particolare la riduzione di personale ha portato ad un aumento di persone da seguire anche eccessivo, che va a discapito della qualità delle prestazioni.E c’è chi dice che forse la crisi è l’occasione di innovare, perché fa emergere i problemi e rende necessarie le decisioni: selezionare le domande alle quali non si può non rispondere.Oppure, e questo è quello che pensiamo noi, il momento giusto per innovare per essere più efficaci è… sempre!
E allora?!
Il prossimo passaggio è un incontro in cui verrà presentato il lavoro a tutti i partecipanti e le persone interessate, e in cui i Consultori risponderanno alle proposte e ai suggerimenti dei cittadini.
Quali delle innovazioni suggerite sono state accolte?
Quali non è stato ritenuto opportuno o possibile e perchè?